Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, la professoressa ha commentato i dati sulla produzione industriale pubblicati in giornata dall’Istat (in calo per il nono mese consecutivo con variazione annua del - 0,6%, nonostante il segno + 0,1% sul mese, mentre per la prima volta da giugno 2018 sale il dato relativo all’auto pari al + 1,8%) evidenziando “un dato galleggiante, con segnali molto diversi da settore a settore, che andrebbe scomposto per capire cosa fare per migliorare questo zero appunto galleggiante”.
Di seguito una domanda sul piano infrastrutturale. “Se ne parla da tanto, troppo tempo - ha risposto Gervasoni – e continuano a mancare regole chiare. Nel mondo ci sono fondi che investono in infrastrutture e hanno tantissima liquidità in questo momento, ma i soldi vanno investiti in progetti Paese che assicurino almeno un po’ di certezza e di stabilità di contesto. Le infrastrutture sono obiettivi di lungo periodo e non possono avere un sistema altalenante che cambia regole del gioco in continuazione”.
Infine un passaggio sulla chiusura delle prime sedute della Borsa a livello globale e su cosa ci si potrebbe aspettare per le prossime settimane.
“Gli Stati Uniti restano trainanti a livello di mercati e credo che Trump, in campagna elettorale, non voglia farli crollare. Per i prossimi mesi ritengo, dunque, che ci sarà una buona propensione a far crescere i mercati, ma molta volatilità. Quindi ci dobbiamo aspettare ancora molti alti e bassi su un trend per un po’, penso, ancora positivo”.
Piazza Affari, puntata 10 gennaio 2020