Un excursus, quello di Ravarini, che non poteva non partire dall’attualità della DAD, che dal 2020 ha interessato milioni di studenti, a tutti i livelli, in tutto il mondo.
Un punto di rottura, dal 100% in presenza al 100% a distanza, con le successive fasi ibride, che Ravarini ha collocato in un fenomeno più ampio, quello del cosiddetto “cambiamento accelerato, che implica che l’innovazione tecnologica, procedendo ad una velocità elevata e progressivamente crescente, generi un disallineamento rispetto all’evoluzione sociale e culturale”.
Un disallineamento descritto anche attraverso il supporto di due brani musicali, di Beethoven ed Eminem, e ad alcune variazioni proposte a partire da essi.
Se la trasformazione tecnologica nella didattica è stata indispensabile per fronteggiare l’emergenza Covid, Ravarini ha ricordato che è necessario andare oltre: “In realtà - afferma - non basta la trasformazione, serve di più. Sono convinto della necessità di una metamorfosi digitale delle università. Che però non può consistere semplicemente nel consegnare tablet agli studenti o nell’installare lavagne interattive in tutte le aule. L’università dovrebbe impegnarsi a “cambiare musica”, affrontando e superando l’incertezza e i rischi che una metamorfosi comporta”.
E, se è vero che il cambiamento accelerato della digitalizzazione fornisce opportunità crescenti, è indispensabile mettere al centro di questo percorso evolutivo i modelli pedagogici, a partire anche dal recupero dei principi di modelli classici e forse dimenticati come quello della Scuola di Atene.