“Fare cose belle, farle bene, saperle comunicare” con Elena Granata: è il modulo 1 del ciclo seminariale di Economia Civile, promosso dalla cappellania LIUC, intitolato “ComuniCARE: prendersi cura di come e di ciò che si ascolta”. Appuntamento mercoledì 18 gennaio 2023 dalle 17.30 alle 19.00, online.
Le neuroscienze ci spiegano che quando leggiamo, ascoltiamo o raccontiamo storie, accadono cose stupefacenti. Per esempio, sappiamo oggi che le parti del cervello che si attivano nel narratore sono le medesime che si attivano in quello dell’ascoltatore, in una sorta di riflesso esperienziale: se in un racconto leggiamo di qualcuno che dà un calcio alla palla, si aziona la parte del nostro cervello che coordina il movimento del piede.
In altre parole, viviamo il racconto più che assorbirne semplicemente le informazioni. Il cervello non è così severo nel distinguere quello che ascoltiamo da quello che viviamo, tra leggere di un’esperienza e incontrarla nella vita reale. In entrambi i casi sono stimolate le stesse regioni neurologiche. Quando si racconta una storia il pubblico ride, si immedesima, si protende interessato, si piega con il corpo o si contorce, esprime e imprime il tutto nella memoria, portandolo con sé. Ascoltare storie suscita la nostra immedesimazione non solo perché attiva la nostra empatia ma perché ci fa in qualche modo rivivere la stessa esperienza in modo virtuale, grazie ad un meccanismo di trasferimento emotivo. Oggi, molti scienziati hanno finalmente compreso l’urgenza di diventare narratori più abili, capaci di comunicare attraverso vari mezzi espressivi e lo stanno facendo con grande talento.
Oggi siamo tutti immersi in racconti continui fatti di immagini, storie, parole, emozioni. Ma che significa comunicare bene? Perché oggi dobbiamo dotarci di nuovi strumenti? Quale è la relazione tra la forma e il contenuto? Tra verità e finzione? Tra vita e parola? Tra azioni e atti comunicativi? Tra etica ed estetica?