Inclusiva, aperta, capace di infondere fiducia: questa era la comunicazione del Cardinale Carlo Maria Martini. Questo emerge dalle parole di chi ha vissuto il suo Magistero, di chi ha letto e approfondito i suoi scritti, di chi – soprattutto – lo ha conosciuto. Se ne è parlato alla LIUC nel corso di un incontro dedicato proprio al prezioso e indimenticabile contributo che il Cardinale ha dato sul tema del comunicare.
Un’iniziativa che, come ricordato da Eliana Minelli (Professore Associato di Organizzazione Aziendale e Delegata del Rettore all’Inclusione), rappresenta il punto di sintesi del percorso che LIUC ha promosso negli scorsi mesi insieme alla Scuola di Economia Civile e in collaborazione con il Centro Pastorale dell’Ateneo.
Significativa la presenza del giornalista e scrittore Ferruccio De Bortoli, profondo conoscitore della figura di Martini: “Fu un grande comunicatore, al di là del suo carattere schivo. Amante della parola, aveva persino accarezzato in giovane età il desiderio di diventare giornalista. Voleva includere, riuscendo a interessare anche persone lontane o addirittura avverse alla Chiesa. Oggi la sua figura è ancora fortemente presente, ha una sua universalità”.
Centrale il ruolo di comunicatore per la sua Diocesi e più in generale per Milano: “Seppe ridare a tutta la comunità – ha affermato De Bortoli – il senso del proprio destino e la misura del proprio orgoglio, anche supplendo in questo senso alle istituzioni civili”.
Martini parlava, tra l’altro, di “ecologia della parola e dell’informazione”, in un mondo in cui le informazioni a disposizione sono troppe. Un mondo in cui, come ha ricordato De Bortoli, “è sempre più difficile distinguere l’effimero dall’importante, in cui le parole spesso non sono nel loro vero significato, in cui le persone diventano merce della comunicazione stessa e solo il male sembra degno di romanzo, a discapito del bene”.
Monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale della Diocesi di Milano, ha offerto invece alcuni spunti a partire dai testi chiave di Martini su questi temi, due su tutti le lettere pastorali “Effatà, apriti” (1990/91) e “Il lembo del mantello” (1991/92): “Martini è stato un grande innovatore nella comunicazione – ha detto – ha avuto il coraggio di andare verso il mondo, si è posto in maniera dialogante e ha incarnato un’idea di comunicazione che trasforma. Non solo la Chiesa ma il mondo intero”.
L’incontro, aperto dai saluti del Rettore della LIUC Federico Visconti e moderato dalla giornalista Annamaria Braccini, si ricollega anche alle attività promosse dalla LIUC per l’inclusione degli studenti: “Oggi la comunicazione è estremamente pervasiva e veloce – ha ricordato la professoressa Minelli – tutti comunicano ma manca la responsabilità nel farlo. La comunicazione inclusiva, invece, è quella che riesce nel suo intento, anche sperimentando nuovi linguaggi e nuove forme”.