Il debate è un gioco educativo, serissimo e con regole precise come si addice a ogni gioco, un’attività ludica basata su competenze e abilità di natura mentale e spirituale. Un ottimo esercizio per imparare ad argomentare a partire da una documentazione di base e dall’onestà intellettuale verso se stessi e gli altri.
È il recupero di una tradizione persa che nasce con Aristotele, primo nella storia a scrivere un manuale di dibattito e a lanciare un’idea di dibattito regolamentato.
Matteo Giangrande, referente di Debate Italia, ha illuminato i numerosi docenti delle Scuole Superiori presenti alla LIUC, il 21 novembre 2019, per il seminario di aggiornamento su “Il Debate come percorso per la cultura d’impresa”.
Un incontro stimolante, organizzato dall’Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa, diretto da Daniele Pozzi, e da Fondazione Dalmine, in collaborazione con Società nazionale Debate Italia, Museimpresa e Fondazione Merlini.
Dopo una panoramica sulla tecnica del Debate, sulle sue valenze formative e sulle applicazioni possibili (con tanto di dimostrazione a cura degli studenti della Rete Wedebate), è stato approfondito il tema della cultura d’impresa, del pensiero critico e di opinioni informate, a partire anche da documenti e filmati industriali.
Manuel Tonolini e Stefano Capelli, della Fondazione Dalmine, hanno inoltre presentato numerosi casi di uso dei materiali storici prodotti dalle imprese in attività didattiche offerte a un ampio raggio di fasce d’età di studenti (non a caso, il progetto della Fondazione è stato battezzato 3-19).
«Siamo convinti che un dialogo tra gli operatori della cultura e della memoria dell’impresa e il dinamico mondo del Debate sia possibile e anzi utilissimo per diffondere un approccio critico e informato a questi temi. Perciò abbiamo intenzione di fare di questo incontro un primo passo per un percorso che ci porterà a nuove iniziative, da presentare, probabilmente, già nella Settimana della Cultura d’Impresa 2020», così il direttore Daniele Pozzi.
Videointervista
Matteo Giangrande