Distance Learning – Le storie
Le lezioni a distanza diventano un'opportunità per fare un salto nella didattica del futuro. L'utilizzo della tecnologia, che sta aiutando i docenti universitari a portare avanti le lezioni in distance in questo difficile momento di crisi, potrà essere un buon alleato anche domani e non solo come rimedio ai corsi da sdoppiare quando ci sono troppi studenti in aula.
Ne è certo Filippo Pavesi, docente alla LIUC nei corsi in lingua inglese per gli studenti di Economia aziendale e management di laurea magistrale Behavioral Economics of Management and Organizations e Technological Innovation and Industrial Organization, quest'ultimo all'interno del percorso sul fare affari nel mondo Doing Business Around the World.
Due corsi più che mai attuali in cui si approfondisce la necessità di essere aperti e pronti al cambiamento per un buon management, capacità che diventa sorprendentemente reale quando ci si trova in uno stato di shock.
Psicologia e capacità di adattamento; irrazionalità e paradossi da tenere in considerazione nei contesti decisionali; reazioni da attuare per superare le difficoltà, sono solo alcune tematiche affrontate in uno degli insegnamenti. E' la cosiddetta economia comportamentale (che ha visto il riconoscimento del Nobel a Richard Thaler nel 2017) e la sua applicazione nell’ambito dei processi decisionali delle organizzazioni.
Nell'altro corso, l’impatto che le recenti innovazioni tecnologiche, quali l’introduzione dell’intelligenza artificiale (AI) e il Machine Learning (ML) avranno sull’economia. In che modo questa rivoluzione digitale che stiamo vivendo si può considerare differente rispetto alle principali innovazioni tecnologiche della storia moderna?
Intanto <la tecnologia ci sta aiutando ad insegnare attraverso meccanismi di partecipazione interessanti>, sottolinea Pavesi. La sua prima lezione in distance è stata registrata e poi postata, ma la seconda voltà è diventata subito “live” con chat aperta e la possibilità di interagire per tutta la classe. Una vera e propria Class Partecipation in cui il distacco della mancata presenza fisica sembra non esserci nemmeno più.
<Non cerchiamo un futuro di rapporti virtuali e lezioni a distanza, ma se la tecnologia consentirà di insegnare meglio e a un maggior numero di giovani è bene utilizzarla. Vorrà dire che serviranno meno professori? E che ce ne dovranno essere sempre di più bravi? Sarà un mercato di star? Vedremo, in ogni caso dovremo considerarne le opportunità>, riflette Pavesi.