Aurelio Ravarini, delegato del Rettore all’Innovazione Didattica: “Confrontandomi con docenti e studenti traggo l’impressione di un problema trasformato in opportunità. Gli studenti collaborano e interagiscono, rivelando un autentico bisogno di socialità”.
Andrea Urbinati, docente di Analisi Strategica e Pianificazione Organizzativa: Didattica a distanza non significa rinunciare alla possibilità di fare lavori in team, uno dei punti di forza della didattica LIUC. “All’avvio del corso, dopo una prima lezione in presenza, ho creato l’aula virtuale per poi suddividere la classe, composta da circa 120 studenti, in 12 gruppi virtuali. Procediamo quindi con lezioni in distance learning in plenaria alternate a discussioni nei diversi gruppi, sviluppate a partire dai casi aziendali che assegno. Tutto il nuovo modello di attività didattica è quindi impostato per incentivare la partecipazione degli studenti e il loro contributo concreto ai contenuti del corso, nonché la loro autonomia nel gestire il lavoro, collaborando ciascuno con i propri colleghi e a tutti gli effetti come se fossimo in un’aula fisica”.
Fabrizio Dallari, Ordinario di Logistica e Supply Chain Management: “Nella didattica frontale il docente ha la visione di tutta la classe mentre spiega, invece nella didattica a distanza siamo costretti a tenere lo sguardo fisso sullo schermo, perdendo la percezione immediata di quello che i nostri studenti stanno apprendendo. Se è vero che le chat sono utilissime, è altrettanto vero che gestire tutti gli interventi della classe può essere a volte complesso, per questo abbiamo introdotto la figura del class assistant, che raccoglie le istanze dei compagni e le inoltra tutte insieme al docente. Personalmente uso Whatsapp, che è ancora più immediato”.
