Carlo Altomonte, professore di Politica economica europea all’Università Bocconi ha ricordato che: “L’euro è un progetto politico, non economico. C’è bisogno di un’Unione europea e di una moneta unica, così come il welfare deve essere a livello europeo”. La dissoluzione dell’euro ci condannerebbe a essere soltanto delle piccole realtà nel mondo, senza prospettive, “terra di conquista” di altri Paesi, colossi mondiali, che occuperebbe gli spazi lasciati liberi dalla nostra mancanza di una prospettiva comunitaria.
Martedì 26 febbraio 2019 alla LIUC – Università Cattaneo si è parlato di Unione europea, di quale Europa vorremmo. Tema attualissimo alla vigilia delle elezioni comunitarie e in una fase in cui l’idea stessa di Europa viene spesso messa in discussione. Così l’incontro alla LIUC, introdotto dal Presidente Michele Graglia e moderato dal Direttore della Scuola di Economia e Management Rodolfo Helg è stato l’occasione per tornare sulle fondamenta dell’Unione europea e interrogarsi sul futuro.
“C’è un rischio serio per la democrazia, la linea di tendenza che mette in crisi il valore dell’Europa ci deve preoccupare”: così Ernesto Preziosi, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Urbino. “Senza un programma di promozione dell’Unione europea, ogni singolo Stato rimarrebbe in un angolo e non si va da nessuna parte restando in un angolo”.
Che posizione vogliamo prendere? “L’Ue è nata da una fortissima idealità e solidarietà tra i popoli, abbiamo tutto il patrimonio necessario per vivere una dimensione incentrata sul bene comune”, ha esortato don Michele Aramini, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “L’Europa non dovrebbe suicidarsi”.
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