È quanto emerge dalla ricerca inedita di Carolina Guerini, Eliana Minelli e Aurelio Ravarini, rispettivamente professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese, di Organizzazione Aziendale e ricercatore della Scuola di Ingegneria della LIUC.
La ricerca di genere realizzata su un campione di donne all’interno di organizzazioni complesse (grazie alla collaborazione del Comune di Milano, della LIUC – Università Cattaneo e di imprese associate a Valore Donna, Associazione che promuove la leadership femminile nel mondo delle imprese) analizza il fenomeno del Digital-do-it Yourself nell’ambito del mondo delle istituzioni e delle imprese, occupandosi quindi di DiDIYer worker.
Dai 591 questionari raccolti è emerso che l’11,8 % delle intervistate partecipa in maniera significativa al fai da te digitale: nella fattispecie 38 donne sono definite come DiDIYer e 32 vere e proprie maker, capaci di creare nuovi prodotti e servizi digitali senza avvalersi di alcuna collaborazione in nessuna delle fasi del processo. Si tratta di donne, per le quali le tecnologie assumono il significato di innovazione e affidabilità sebbene, allo stesso tempo, continuino a preferire le relazioni vis-à-vis rispetto a quelle mediate dalla tecnologia.
La ricerca è stata presentata nel corso della conferenza stampa sulla terza edizione di #STEMintheCity, l’iniziativa promossa dal Comune di Milano per favorire la diffusione delle discipline tecnico-scientifiche.