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Le conseguenze della pandemia di COVID-19 sul benessere degli italiani


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Le conseguenze della pandemia di COVID-19 sul benessere degli italiani

LIUC ci offre un’occasione privilegiata con la presentazione delle relazioni in programma”: così il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, intervenuto con un ampio saluto, lunedì 27 novembre 2023, al convegno “Nuove povertà e vulnerabilità ai tempi del COVID-19: Come la pandemia ha influenzato il benessere degli Italiani”, organizzato a conclusione del progetto di ricerca POST-COVID finanziato da Fondazione Cariplo e realizzato da LIUC (capofila), Università degli Studi di Milano e Università degli Studi dell’Insubria.   

Obiettivo del convegno è stato comprendere e analizzare le conseguenze della pandemia di COVID-19 su economia, società e individui, stimando gli effetti multidimensionali (monetari e non monetari) di tale emergenza sanitaria sui livelli di povertà e vulnerabilità della popolazione italiana.

Numerosi sono stati i relatori autorevoli provenienti da diverse Università italiane, dal Ministero dell’Economia e Finanza e dal Centro di ricerca LISER del Lussemburgo che hanno portato il loro significativo contributo nella discussione avvenuta all’Auditorium della LIUC.

Quali sono le principali evidenze emerse dal convegno POST-COVID?

E’ stato innanzitutto confrontato l’effetto della pandemia di COVID-19 sul reddito disponibile delle famiglie nel 2020 a livello europeo. L’impatto è risultato molto eterogeneo tra i Paesi europei, alcuni dei quali sono stati colpiti in modo più pesante di altri.

La maggior parte degli Stati dell’Unione Europea ha avuto un forte calo dei redditi di mercato, di cui sono le famiglie più povere a farne le spese. I sistemi di welfare hanno però attenuato significativamente la trasmissione dello shock al reddito disponibile delle famiglie, con i sistemi di compensazione monetaria che hanno svolto un ruolo importante”, commenta Francesco Figari, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze dell’Università del Piemonte Orientale.

Nello specifico, il calo del reddito di mercato è stato più forte in Paesi come Malta (-9,9%), Italia (-9,7%), Grecia (-9,6%) e Irlanda (-8,2%), mentre per Finlandia e Danimarca il calo è stato solo dell’1% circa. I sistemi fiscali e previdenziali negli Stati dell’UE hanno assorbito una parte sostanziale di questa perdita di reddito, e in Italia l’effetto ammortizzatore è stato tra i più forti.

Tuttavia, il benessere non è solamente legato agli aspetti economico-monetari. È importante tener conto di altre dimensioni, tra cui lo stato di salute, le relazioni sociali e lo stato occupazionale. In quest’ottica è stato anche studiato l’impatto del COVID-19 sul benessere multidimensionale della popolazione europea più anziana (50 anni o più). “I risultati suggeriscono che le persone occupate e più ricche hanno subito maggiori perdite di benessere. Le persone con un’istruzione terziaria hanno sperimentato una perdita di benessere significativamente più forte rispetto alle persone con istruzione primaria o secondaria inferiore. I lavoratori sono stati più svantaggiati dei pensionati. Dunque, i più poveri e le classi medie sono state meno colpite rispetto agli individui appartenenti a classi di reddito più elevate, perché appunto gli ammortizzatori sociali hanno funzionato bene”, spiega la Professoressa Chiara Gigliarano, Ordinario di Statistica Economica alla LIUC. “E’ interessante anche notare come, nel primo anno di pandemia, la dimensione di benessere che ha più risentito della crisi è stata quella economica, mentre nel secondo anno della pandemia il benessere delle persone ha sofferto maggiormente per la dimensione legata allo stato di salute.”

L’analisi dell’impatto della pandemia sulla povertà ha riguardato anche regioni e province italiane. “Un’analisi territoriale a livello così granulare è importante per individuare le aree geografiche più colpite e per meglio indirizzare la risorse economiche disponibili”, evidenzia ancora Chiara Gigliarano.

E’ emerso che all’interno della stessa regione esistono realtà e dinamiche molto diverse in termini di indigenza e che alcune province sono state più colpite dalla crisi pandemica mentre altre, al contrario, hanno migliorato il loro livello di povertà.

Alcuni ambiti, legati al benessere soggettivo, all’istruzione e alla salute, sono peggiorati in molte province; migliorata, invece, la qualità dell’ambiente (crimini e inquinamento).

Nel complesso, l’indice di povertà multidimensionale sembra essere peggiorato soprattutto durante il secondo anno di pandemia, e i suoi livelli restano più elevati nel Mezzogiorno.

La divulgazione e i progetti futuri

I principali risultati del progetto POST-COVID verranno divulgati anche attraverso un innovativo Data Hub contenente tabelle, grafici e dashboard interattivi, che consentiranno all’utente anche non esperto di confrontare le dimensioni del benessere tra diversi territori e nel tempo, in un’ottica di open science.

Lo studio sulle nuove povertà e disuguaglianze in Italia e nei suoi territori proseguirà anche dopo il progetto POST-COVID. La LIUC sarà, infatti, partner in altri due progetti nazionali che si avvieranno nel 2024, in collaborazione con diversi altri Atenei italiani: il progetto “MULTI-LOCAL: Multi dimensional inequality and optimization in a local perspective” finanziato da Fondazione Cariplo (insieme a Università del Piemonte Orientale, Università di Milano – Bicocca e Università dell’Insubria) e il progetto PRIN-PNRR “MYPEOPLE: Measuring inequalitY, PovErty and living cOnditions for Planning Local stratEgies” (con Università di Siena, Università di Bergamo e Università Federico II di Napoli).

Pubblicato il 27 Novembre 2023
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