Al giorno d’oggi alle aziende è richiesto di migliorare la resilienza della supply chain in cui operano per poter meglio anticipare, adattarsi e rispondere agli eventi distruttivi. La diffusione del COVID-19 nel 2020 ha rappresentato un’opportunità unica per indagare empiricamente questo aspetto. Lo studio dal titolo “Blurred lines: the timeline of supply chain resilience strategies in the grocery industry in the time of Covid-19”, curato da Maria Concetta Carissimi, Alessandro Creazza e Fabrizio Dallari (rispettivamente PhD Student, Professore Associato e Professore Ordinario della Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC) con i colleghi di altri atenei Lorenzo Bruno Prataviera e Marco Melacini, si concentra sull’esplorazione delle strategie di resilienza adottate da 21 aziende italiane del settore della grande distribuzione.
I risultati mostrano che con lo scoppio della pandemia, le aziende hanno adottato 21 diverse strategie riconducibili alle cinque categorie della resilienza: ridondanza, flessibilità, agilità, collaborazione e innovazione. Per spiegare le caratteristiche temporali delle strategie di resilienza è stata proposta un’originale tassonomia che elabora la teoria precedente introducendo due nuove dimensioni legate all’aspetto temporale delle strategie (“quando?” e “per quanto tempo?”). Ciascuna dimensione può essere integrata con altre sottodimensioni che spiegano da un lato il momento in cui le strategie vengono progettate e/o attivate dall’azienda, dall’altro per quanto tempo vengono utilizzate e/o sono rese disponibili per l’azienda. La tassonomia proposta amplia la visione sulla dimensione temporale delle strategie di resilienza e fornisce un punto di vista originale sull’interpretazione della loro proattività e reattività.